giardino commestibile

FOOD FOREST

ovvero come trasformare un fazzoletto di terra in un bocconcino prelibato

 

con Stefano Soldati

 

luogo e data da definire

 

"Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.» Bernardo di Chiaravalle


Cos’è una Food Forest?
Un sistema agricolo composto da  alberi, arbusti, cespugli, rampicanti, piante erbacee perenni da foglia e da radice, che producano frutti, foglie, fiori, radici, legna utilizzabili in cucina o erboristeria. Riproducendo quanto fa la Natura, faremo un giardino che diventerà al più presto autosufficiente, assai produttivo ed estremamente bello.

giardino commestibileCosa faremo nel corso:
Impariamo a conoscere, riconoscere e trapiantare le principali piante commestibili utilizzabili: noci, kaki, noccioli, salici, giuggioli, sambuchi, corbezzoli, rose canine, pruni, mirabolani e moltissime altre!
Parleremo anche di piante succedanee, insolite, utili: pianta del pepe, della cera, della cannella, da fibra, ecc.
Vedremo di come si riproducono le piante, degli utilizzi, le epoche di raccolta, le loro proprietà e criteri di progettazione.
Parleremo di MICORRIZE, della loro fondamentale importanza per la fertilità della terra, come salvaguardarle, riprodurle, innestarle e come ripristinarle in terreni maltrattati.

Materiale didattico:
file di articoli, fotografie, testi, indirizzi di vivaisti ed altro.

Ogni corsista deve portarsi:
- se li avete portate: semi, piantine, pasta madre, madre dell'aceto, ... altro? da scambiare con gli altri
- entusiasmo (obbligatorio)

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stefanosoldatiDocente: Stefano Soldati, diplomato con lode in Erboristeria all’Università di Urbino; da oltre venticinque anni si occupa di agricolture alternative. Da diciotto anni gira per il mondo insegnando cerealicoltura biologica, gestione aziendale e successivamente costruzioni con balle di paglia. É uno dei primi quattro italiani diplomati in Permacultura. È stato il primo presidente della Accademia Italiana di Permacultura. È docente presso la Scuola di Pratiche Sostenibili di Milano, presso l’Ecovillaggio GAIA a Navarro (Argentina) e presso il CAT in Galles (UK). Ha approfondito con Martin Crawford i metodi di progettazione di "forest gardening". E' stato il primo in Italia a tenere corsi sulla realizzazione di giardini commestibili e nel periodo 2011/2013 ne ha realizzati quindici. 

 

 


 LA FORESTA ALIMENTARE (FOOD FOREST)

Immaginatevi in una foresta dove quasi tutto intorno a voi è cibo. Frutta e noci mature o che stanno per maturare formano una coperta che vi avvolge. Guardando attentamente si vedono gonfiare frutti su molti rami – pere, mele, cachi, noci, castagne. Gli arbusti colmano le lacune degli alberi da cui filtra la luce. Essi portano lamponi, mirtilli, ribes, nocciole e altri frutti meno noti, fiori e bacche in vari periodi dell'anno. Un grande assortimento di fiori, erbe selvatiche commestibili, verdure perenni coprono fitte tutto il terreno. Molte di queste piante sono commestibili o utili come medicine, altre sono utili per attirare insetti benefici, uccelli e farfalle. Alcune hanno un compito di costruttori del suolo o semplicemente per contenere le erbacce. Qua e la vigne si arrampicano sui rami e i kiwi, l'uva e i frutti di passiflora, fanno capolino dai rami. Tutte queste piante si sostengono l'un l'altra, alcune accumulano energia solare nelle loro radici, raccogliendole si possono conservarle per l'inverno. Adesso godetevi nelle radure il giallo brillante dei topinambur o il viola profondo delle arachidi. Si tratta di una foresta alimentare.

foodforest.jpgColtivare una foresta alimentare è un'arte e una scienza che assembla vari modelli forestali, forgiando rapporti reciprocamente vantaggiosi tra le piante, creando un ecosistema giardino che è più della somma delle parti. Si può far crescere frutta, noci, verdura, erbe medicinali, funghi e altre piante utili insieme con animali, imitando gli ecosistemi naturali. Il vostro giardino se si dovesse interrompere la gestione potrebbe iniziare velocemente il ritorno alla foresta.

Una foresta alimentare progettata con attenzione e profonda comprensione dell'ecosistema potrebbe arrivare all'auto-mantenimento. Noi esseri umani siamo abituati a sfalciare, diserbare, arare e spruzzare veleni come un'automobile che corre contro vento. Potremmo invece alzare la vela e scivolare seguendo le tendenze naturali del terreno per coltivare alberi.

Ogni foresta alimentare è diversa da ogni altra per gli usi prevalenti per cui è progettata, ma tre obiettivi principali rimangono: alte rese per il cibo, combustibile, fibre, foraggio, prodotti farmaceutici, fertilizzante e divertimento, un gran giardino in auto-mantenimento e un ecosistema sano. Comunque ci possono essere obiettivi più elevati. Fukuoka diceva che l'obiettivo finale dell'agricoltura non è quello di migliorare i raccolti, ma la coltivazione e il perfezionamento degli esseri umani. Un nuovo modo di vedere, pensare e agire nel mondo, ci insegna come opera il pianeta e cambia la percezione di se stessi: ci aiuta a prendere il nostro posto come parte del lavoro della natura, piuttosto che intervenendo e dominando il mondo naturale.

La pratica della foresta alimentare non è recente. Nei tropici ha una tradizione lunghissima, ma anche nel mediterraneo arcaico doveva essere una pratica diffusa se leggiamo attentamente i passi dell'Odissea che descrivono l'isola di Ogigia, l'isola della ninfa Calypso dove Ulisse soggiornò per sette anni, nutrendosi con cibi non divini senza coltivare alcunché.

Si può coltivare in qualsiasi terreno, in grandi parchi o nelle periferie urbane, su terreni marginali delle fattorie rurali, o vicino all'orto dietro casa. E' adattabile a qualsiasi clima, sebbene sia più facile nelle zone dove la foresta nativa è una foresta di latifoglie.

La foresta alimentare non è solo fare un giardino se si possiede un bosco, o un sito ombreggiato, oppure vuoi migliorare la produzione di un frutteto, ma è realizzare un giardino come una foresta, è ampliare i limiti del giardinaggio coinvolgendo tutte le fasi di successione dal prato al bosco, guidandone la struttura nel tempo, mette in discussione le nostre conoscenze della natura, pone un valido argine all'uso del petrolio in agricoltura, restituisce al pianeta una parte della sua evoluzione biologica e della sua biodiversità, tocca intensamente lo spazio dell'ecologia profonda, quei fili sottili che legano gli esseri umani alla natura

Benvenuti in questa avventura!

Maurizio Rovini